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sabato 17 dicembre 2011

Dear Daddy

Ecco un breve articolo che ho trovato su Internazionale n 926 del 2/7 dicembre 2011 nella rubrica Dear Daddy.

L'ora dei papà

Monica scrive: Ho sempre pensato il contrario, ma dopo il secondo figlio comincio a credere che lasciare il lavoro non sia una cattiva idea. Sto impazzendo?

La risposta di Claudio Rossi Martelli, giornalista di Internazionale 

Sì, stai perdendo la testa. Stai impazzendo come migliaia di altre mamme quando scoprono che a un certo punto o torni in ufficio, e fai crescere tuo figlio da qualcun altro, oppure smetti di lavorare. Eppure a questo apparente rompicato una soluzione ci sarebbe: che ne diresti se quel " qualcun altro" fosse il padre del bambino? Qualche anno fa, l'allora ministro delle pari opportunità norvegese ha dichiarato: "Il nostro lavoro con le donne è finito, hanno raggiunto la piena libertà di scelta. Ora lavoriamo soprattutto per gli uomini, per fargli capire che anche loro possono scegliere se lavorare o restare con i figli". Eh sì, perché il principio che uno dei genitori sia più presente a casa è vecchio, ma ha ancora molto senso. Però andrebbe aggiornato con l'idea che a farlo debba essere il genitore che ne ha più voglia, e quindi non necessariamente la mamma. Ora, lo so che casa tua non è la Norvegia ma, forse, invece di smettere di lavorare potresti metterti d'accordo cin il papà dei tuoi figli per lavorare  entrambi un po' meno ed esserci di più in diversi momenti della giornata. Alle vostre carriere non farà bene, questo è sicuro. Ma ai vostri figli sì. 

Mi piace, anche se è come avessi letto una fiaba, ma l'idea dell'ex ministro che dice: con le donne abbiamo finito ora occupiamoci degli uomini, mi piace proprio tanto da volerla copiare sul mio blog,


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