Google Website Translator Gadget

domenica 26 novembre 2017

HEXIES: I miei primi tanti esagoni

Non mi ero mai cimentata fino ad ora in un lavoro che invece molte quilter adorano: gli esagoni.
E' un tipo di lavoro "da asporto", che puoi cioè portare a spasso con te e lavorarci in ogni attimo disponibile, anche durante i viaggi.
Io, forse perché soffro di mal d'auto, non riesco a sfruttare quei tempi, o forse perché ho tanto lavorato a mano con i quadrati per cucire la mia coperta "Fiorita", che non avevo mai sentito il bisogno di cambiare forma geometrica.
Ma, alla fine, anche per utilizzare anche i pezzetti di avanzi di stoffa più piccoli, mi sono lanciata nell'avventura di cucire esagoni piccini, della misura di un centimetro e mezzo di lato.
Ho iniziato senza avere un'idea precisa di come terminare il lavoro, di come usare gli esagoni e di che dimensioni sarebbe stato.
Cammin facendo, come spesso mi capita,il progetto si è definito.
Quando sono stata sazia di imbastire ho deciso che avrei riunito i piccoli pezzi ricomponendo delle strisce di stoffa dello stesso tipo perché, alla fine avrei accostato le stoffe tra di loro come a ricomporre strisce che, invece di essere diritte erano a zig zag.
Poi ho deciso che mi serviva un pannello per ricoprire un rotolo che fa da poggiatesta nel mio letto e che era stato rovinato dalle unghie della mia gatta tempo fa, che avevo già ricoperto con stoffa che non mi piaceva più. Ho così definito le misure che avrebbe avuto il mio lavoro terminato, cioè 160 x 40 cm che, a occhio e croce, sarebbe stato composto da circa 1600 esagoni.
Una volta terminate le strisce, anche composte da stoffe diverse ma dello stesso colore/tono (non volevo avere neppure il vincolo di poter usare solo stoffe che mi permettessero di terminare una striscia) mi rimaneva di decidere come accostarle tra di loro: tipo arcobaleno con colori degradanti? No non volevo uno sfumato. Allora ho raggruppato le strisce per colore e ho fatto piccoli blocchi che ho poi accostato tra di loro così da visualizzare macchie di colore in contrasto tra loro, non sfumate.
Dopo vari tentativi e cambi di accostamento per equilibrare i colori ecco finito il pannello.
Ma, udite udite, appoggiato sul rotolo a capo del letto il risultato non mi piaceva più. Capite: il pannello mi piace, posizionato nel luogo a lui destinato non mi piace.
Così ora ho un bel pannello cui devo trovare una destinazione d'uso.
Ci penserò su e magari, col tempo, anche lui avrà una sua collocazione.
Ecco terminata la storia del mio "Hexies", così l'ho chiamato.




Nessun commento: